Anitra (di Cesare Giaccone) di cortile cottura lunghissima ricordando i tempi delle trebbiature

Ho pensato più volte a come cucinare l’anitra ma non ho mai trovato un’idea originale o, che comunque, desse soddisfazione alla mia immaginazione. 

Un giorno, per caso, sfogliando “la favola nel piatto” di Cesare Giaccone e Bruno Murialdo ho letto questa ricetta e così eccomi qui a cimentarmi in questo nuovo esercizio di cucina.

Nettate e lavate l’anatra tagliandola a pezzi non troppo grandi. Rosolate l’anatra in una pentola con un cucchiaio di olio di oliva extra vergine a fuoco vivo fino a quando sia ben dorata. Sgrassatela bene e rimettetela sul fuoco. Aggiungete sale, pepe e glassatela con mezza bottiglia di vino Barbera, lasciate asciugare il vino e aggiungete tre bei cucchiai di conserva di pomodoro e tre pomodori freschi pelati e tagliati a metà. Aggiungete una manciata di scalogni tagliati a metà, due carote, un pezzetto di sedano, un quarto di un peperone, due o tre spicchi di aglio e una cipolla tagliata a metà, insieme a un mazzetto con uno sbrocco di lauro, del rosmarino, salvia, timo e un po’ di erbette selvatiche a vostro gusto.

Rosolate e aggiungete acqua di sorgente fino a ricoprire l’anatra.

Cuocete coperto a fuoco lento per circa due ore se da cortile, per meno se di allevamento.

Abbinamento vino: Barbera, Nizza, Mora di Sassi, Malgrà

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