La finanziera è uno dei più interessanti piatti della cultura piemontese, resa nota dal ristorante al Cambio di Torino come piatto preferito dagli uomini della finanza, da qui, finanziera.

Il nome potrebbe avere origini dal mito della cultura contadina – non si butta via niente, ma si ci impegna ad ottenere da quel poco, piatti gustosi e piacevoli.

Altra ipotesi, è che il termine possa nascere dagli addetti ai Dazi -finanzieri  alle porte di Torino che ricevevano in omaggio dai contadini le frattaglie, che consumavano fritte nel burro per renderle più gustose.

E’ comunque immaginabile che ci sia un legame tra il mondo contadino e il mondo della finanza torinese pensando che Cavour – per anni sindaco di Grinzane Cavour- fosse un amante della finanziera del Cambio e magari, perché no, di Langa.

Dosi per 4 persone:

100 / 150 gr per tipo di carne:

  • Filetto
  • Filone
  • Lacetto
  • Cervella 
  • Rognone
  • Fegatini di pollo
  • Creste di gallo
  • Polpettine di carne trita
  • Fegato di vitello
  • Funghi porcini sotto aceto (ben scolati)
  • Piselli pochi
  • Farina burro
  • Un buon brodo (di coda di vitello sarebbe il massimo)

Rosolare nel burro, in un tegame grande, il filetto tagliato a pezzetti con il rognone. Aggiungere un po’ del brodo. Cuocere a parte gli altri ingredienti un tipo per volta, infarinati, e appena cotti aggiungerli agli altri nel tegame che verrà tenuto sempre caldo.

Per finire aggiungere piselli e porcini, un po’ di vino Barbaresco e brodo.

La finanziera non deve essere liquida ma umida e legata.

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